mercoledì 11 giugno 2014

L'educazione che non c'è più

Non so se dipenda dal fatto che abbia frequentato scuole gestite da preti, o dal fatto che sia nato negli anni 50, con i ricordi freschi della guerra e delle sofferenze patite,con genitori che badavano al sodo e non permettevano grilli per la testa, fatto sta che ancora oggi, entrati abbondantemente nel ventunesimo secolo, dove si sono da diversi lustri persi qualsiasi tipo di valori, io mi senta una persona estremamente educata. Non c'è volta che io entri in un qualsiasi negozio e mi rivolga al commesso, o al proprietario, con il classico "mi scusi" o con il più usato "Per cortesia potrebbe darmi...etc." E vi giuro che non faccio nessuna fatica ad esprimermi in questo modo, è più forte di me, non saprei comportarmi in maniera diversa, per cui mi incazzo da morire quando, ad esempio, entrando al mattino in un bar per un salutare caffè senta spesso espressioni del tipo: "Che mi fai un cappuccino", "Mi dai un'altra bustina di zucchero" oppure, a parti invertite "che prendi?", "il caffè lo vuoi caldo o freddo?". Sono sempre preso dalla voglia di prendere il tizio in questione per il bavero e dirgli a muso duro: "a brutto stronzo, ma che, sono tuo fratello? Sono mai venuto a mangiare a casa tua? Ma chi ti conosce, perchè non mi dai del Lei?" Credetemi, non è per piaggeria, me ne guarderei bene, solamente che mi dà e mi ha dato sempre fastidio la maleducazione, quella presunzione dell'essere superiore agli altri, spesso a torto, con maniere da fanatico che spesso sfiora il delinquenziale. Purtroppo da questo punto di vista le istituzioni, in primis la scuola, latitano ed i risultati sono purtroppo questi.

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