mercoledì 24 aprile 2019

Malasanità 5. Ricovero di anziani

Una simpatica signora di 98 anni completamente autonoma, ripeto autonoma, con capacità cognitive più che sufficienti, per mera sfortuna (si è pestata un piede con l’altro nel camminare) subisce cadendo la frattura scomposta del femore. Trasportata in ospedale viene tranquillamente operata con successo. I medici dell’ospedale avvisano la figlia che la vecchietta deve essere trasferita in una struttura convenzionata per la riabilitazione, E QUI VIENE IL BELLO (chiamiamolo così), quest’ultima avverte i famigliari che non vengono accettati pazienti di quella età (!!!!!). allora viene richiesto dai familiari se fosse possibile trasferirla in un ospedale vicino specializzato nella riabilitazione distante appena 9 km. Ma anche qui viene risposto alla figlia che non accettano pazienti di quella età (!!!!). Finale della storia, la povera vecchietta si trova ora in una clinica a 40 chilometri da casa della figlia, con tutti i disagi che ne derivano dal punto di vista logistico a lei e di accudimento alla mamma. Non è successo nel terzo mondo ma nella “civile” Italia, dove l’art. 3 della Costituzione recita “Tutti i cittadini hanno pari dignita` sociale….”, mentre l’art. 32 dice “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita`, e garantisce cure gratuite agli indigenti.” Ora pro nobis.

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