
Dopo un paio d’ore di riunione il TRAINER ( così si definiva ) esordì dicendo che ci saremmo fermati per un COFFEE BREAK. Per non parlare poi durante il lavoro vero e proprio. Si dovevano usare DEPLIANT, mi dissero che avevo un BUDGET da raggiungere, che avevo anche dei gadget da regalare e che i nostri interlocutori erano gli OPINION LEADER. Andando in bagno trovai sulle porte le scritte LADIES e GENTLEMEN. Nella vita di tutti i giorni non è che le cose vadano in maniera diversa. In qualsiasi posto uno si trovi senti frequentemente frasi di questo tipo “la LOCATION non era di mio gradimento”, “lasciami il tuo INFO, ti chiamerò appena possibile, “ ti mando una conferma tramite una MAIL”, “ sei così FASHION”, “ vado a fare SHOPPING con MARY”.
E che dire dei negozi? “BARBER SHIO”, “RESTAURANT”, “COIFFEUR”, “TEA ROOM”, 2HOTEL DU PARC”, sono solo alcuni dei tantissimi nomi in lingua straniera che campeggiano, nelle insegne di molti negozi della nostra penisola. Adesso io mi chiedo: ma è possibile, cazzo, che dobbiamo sempre bistrattare la nostra bellissima lingua italiana? Perché non sappiamo dire, ad esempio, “ non mi piace quel posto” oppure “ dammi il tuo numero di telefono”? E’ troppo difficile scrivere nelle insegne dei nostri negozi “Barbiere”, “parrucchiere” oppure “albergo tal de tali”? Non ho mai sentito un inglese dire “give me your numero di telefono” oppure “ I’m going to dormire”. Che cosa ci fa comportare in questo modo, ci fa sembrare più fighi agli occhi degli altri? Secondo il mio modesto parere ci copriamo di un ridicolo incredibile, siamo anglo-dipendenti in tutto e per tutto, il sommo poeta Dante Alighieri si starà rivoltando nella tomba in quel di Ravenna. Eppure siamo definiti “ Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigatori.” Possibile che facciamo di tutto per aggiungere a questa epigrafe anche “ UN POPOLO DI ALLOCCHI?” ( immagini scaricate dal web)
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