mercoledì 19 agosto 2015

Meglio scalare l’Everest che fare un telegramma al telefono

Avevo necessità di fare un telegramma con una certa urgenza ed ho deciso di farlo telefonicamente tramite un gestore telefonico. Alle 12.25 ho composto il numero per i telegrammi e ho dettato testo e indirizzo del destinatario all’operatore il quale gentilmente mi ha detto che sarebbe stato recapitato l’indomani. Nel tardo pomeriggio dell’indomani, non vedendolo arrivare, richiamo il numero per chiedere spiegazioni. Vengo così a sapere che il nome del destinatario era completamente sbagliato. Alquanto contrariato chiedo che venisse corretto il nome mantenendo inalterato tutto il resto. “Resti in linea” e passano diversi minuti; “Non è possibile”, è stata la prima risposta dell’operatore, poi dopo le mie proteste cambiata in “Serve il numero di codice del telegramma”, glielo fornisco e resto ancora in linea, e passano altri minuti. Dopo che i minuti trascorsi erano diventati 45 e non ero ancora venuto a capo di niente, dico all’operatore di annullare il tutto che sarei andato a fare questo benedetto telegramma all’Ufficio Postale. L’operatore mi mette al corrente che per annullare tale operazione erano necessari 45 giorni lavorativi, quindi probabilmente nella prossima bolletta mi sarebbe stato addebitato il costo del telegramma e lo stesso mi sarebbe stato stornato nella bolletta successiva. Io dico: SIAMO NEL 2015, L’ERA DEL PC, SIAMO ANCORA A QUESTO PUNTO??? A Roma si dice: “Voja de lavorà sarteme addosso”….. (e famme lavorà meno che posso!)

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